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Castelli e fortezze nella zona CUNEESE


Il Castello degli Acaia a Fossano
Il Castello degli Acaia a Fossano

Edificato da Filippo d’Acaia nel 1324 come fortezza militare e già otto anni dopo, nel 1332, furono ultimate le strutture fondamentali. Alla sua edificazione lavorarono centinaia di operai; furono necessari 3.355.000 mattoni, 26.000 tegole, 19.861 carri di pietre. Estinto il casato nel 1418, la città ed il castello passarono sotto il dominio dei Savoia. Il duca Amedeo VIII trasformò il castrum in palatium. Il castello mantenne le caratteristiche di fortezza, tanto che nel 1536 resistette per oltre un mese all'assalto dei francesi. Nel Quattrocento furono realizzate l'aula magna o sala del trono, l'alloggio del principe, la cappella, le cantine ed il cortile con porticato a colonne in marmo bianco, i cui capitelli furono scolpiti da Gaspare Solari. Sul lato nord fu eretta la quinta torre per le cucine, i forni ed i servizi. Dal 1500 al 1503 vi soggiornò Bona di Savoia,vedova di Gian Galeazzo Maria Sforza, e per tutto il secolo soggiornarono tra le sue mura i duchi di Savoia; nel sec. XVII trovò rifugio Madama Cristina di Francia. Nel novembre 1562 Emanuele Filiberto, alla presenza del cardinale di Lorena, del vescovo d'Orléans, dei signori di Allye e di Birague, firmò il Trattato di Fossano, che chiuse le ostilità con i francesi. Alla fine del ‘500 Carlo Emanuele e la consorte Caterina d'Austria vollero le due torri ad archi ad ovest delle logge. Allo stesso periodo risalgono le decorazioni del pittore fiammingo Giovanni Caracca. Parzialmente conservata è una volta dipinta a grottesche. Nella seconda metà del Seicento il castello fu trasformato in carcere. Nel 1689, un migliaio di Valdesi della Val Pellice vi furono rinchiusi: molti morirono di stenti. In seguito, il castello divenne un quartiere militare. Furono costruiti le caserme, le stalle, i magazzini del grano, nuovi corpi per ospitare le truppe. Dalla copertura del fossato si ricavò una piazza d'armi. Nel 1860 furono edificate le torrette addossate alle torri, per consentire l'accesso alle celle. Fino al 1943 il castello fu usato come reclusorio e caserma. Nel dopoguerra divenne rifugio per gli sfollati ed i senzatetto. Nel 1960 la Soprintendenza ai Monumenti inizia i lavori di restauro che restituiscono al castello la connotazione cinquecentesca. Scompaiono gli edifici adiacenti e si recupera parte del fossato. Nel 1979 l'Amministrazione lo destina ai beni e servizi culturali, oggi ospita nei vasti saloni dei due piani la biblioteca civica, ricca di oltre centomila volumi. Nelle torri sono conservati l’archivio storico fossanese e dell’ospedale cittadino, nonché la biblioteca di orientalistica donata dagli eredi del prof. Mario Vallauri. Il cortile a loggiato con le colonne quattrocentesche impreziosite da capitelli scolpiti, la sala affrescata a grottesche dal Caracca, le volte a cassettoni, le tre meridiane di facciata e la veduta panoramica dall’alto delle torri offrono l’emozione di una visita a ritroso nel tempo. All’esterno la limitrofa Porta di San Martino apre al visitatore un percorso lungo il fossato e la cinta muraria, in cui le suggestioni dell’architettura difensiva sono state recuperate dal recente restauro.




Il Castello di Vottignasco
Il Castello di Vottignasco

Il Castello, ora ridotto a rudere, sorge nella zona detta "del Mulino" nei pressi della strada che conduce al torrente Maira.
Fu edificato in due fasi: la prima nel 1200 e la seconda alla fine del 1400. La struttura è costituita da una prima cortina di ciottoli di fiume lavorati a spina di pesce legati con malta; e da un successivo rinforzo in laterizio. Lo spessore delle mura è di 4 metri.
Il castello, con struttura militare, aveva funzione di controllo sulle strade di maggior passaggio, per garantire la protezione dell'abitato. Ha struttura quadrata con i lati di circa 8 metri di lunghezza. Gli abitanti, in cambio di protezione dal castello, erano tenuti a servizi di guardia e di manutenzione della fortezza. Costruito come rafforzamento della periferia del Marchesato di Saluzzo, venne in seguito (29/07/1340) ceduto in feudo a Simondino Falletti per la somma di 10.000 fiorini d'oro.




La Torre Civica di Margarita
La Torre Civica di Margarita

Da sempre simbolo di Margarita, nonostante i rimaneggiamenti successivi, mostra ancora chiaramente l'impronta medioevale e tracce, molto labili ormai, di affreschi quattrocenteschi (santi e stemmi araldici) che compaiono ai lati del fornice d'ingresso. L'originale merlatura è stata sostituita da una serliana, utilizzata come cella campanaria.





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