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LANGHE E ROERO

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Arte e storia nella zona LANGHE E ROERO


Arco di Vittorio Emanuele II a Sommariva Perno
Arco di Vittorio Emanuele II a Sommariva Perno

Posto all'inizio della salita di Via Vittorio Emanuele provenendo da sud-est, è la porta che immette nel centro storico. Nei pressi, con ogni probabilità, sorgeva anticamente la porta inferiore o sottana, che immetteva nel "ricetto" del borgo.
La costruzione, merlata e di chiara derivazione neogotica, testimonia della "grande storia" che ha interessato Sommariva Perno nell'800. Riporta infatti la lapide con la quale i Sommarivesi vollero ringraziare, nel 1888, Vittorio Emanuele II, il "Re galantuomo", che, partendo da quest'angolo del Roero per la Terza Guerra di Indipendenza, avrebbe esclamato "Qui farò ritorno quando avrò reso l'Italia indipendente ed una".




Camillo Benso Conte di Cavour
Camillo Benso Conte di Cavour
Camillo Benso Conte di Cavour

La figura di Camillo Benso, conte di Cavour, domina indiscutibilmente ancora oggi la vita e gli ambienti culturali del paese di Grinzane, di cui l'uomo politico piemontese fu "sindaco operoso e benefico dal maggio 1832 al febbraio 1849", come recita la stele muraria affissa nel 1896 sul lato sud-ovest del Castello.
Proprio da qui Cavour svolgeva le sue mansioni amministrative, qui riuniva (a volte in modo informale, nei suoi stessi alloggi) le sedute del consiglio comunale, qui abitava nei periodi in cui il suo apprendistato politico torinese glielo permetteva. Ecco emergere allora un'immagine di Cavour molto diversa da quella ufficiale di primo ministro e diplomatico di statura internazionale, come emerge dai libri di storia. Si scopre un Cavour esperto di agronomia che tenta l'innesto di nuovi vitigni insieme agli enologi francesi Oudart e Bruchè, un Cavour sindaco di un paese di 350 anime per il quale deve dirimere sia discordie su limiti di proprietà che tormentati "affari di cuore" dei borghigiani... Celebre il caso della bella "salinera", la tabaccaia del paese. La "querefle", che vide coinvolti tre spasimanti e il datore di lavoro della donna, tenne banco in tutto il paese per molto tempo.
Nato a Torino nel 1810 da una nobile famiglia conservatrice, divenne ufficiale dell'esercito nel 1827. Nel 1831 lasciò le armi per dedicarsi all'agricultura. Divvenne uno degli uomini più ricchi del Piemonte, ingrandendo la paterna tenuta di Leri.
Ampliò la sua cultura con viaggi e studi a Londra, Parigi e Ginevra e formulò delle validissime teorie sullo sviluppo economico dell'Italia.
Orientò la propria vita all'economia ed al commercio e, dopo essere entrato in Parlamento, riorganizzò l'amministrazione finanziaria statale. Dopo alcune esposizioni politiche, costate la dimissione, ritornò come presidente del Consilio e ministro delle finane, il 2 Novembre del 1852.
Movimentò lo scambio di merci, favorì l'agricoltura con importantissime opere di bonifica, tra questi il canale di irrigazione Cavour, nel 1857 e introdusse nuovi sistemi di coltivazioni.
Si occupò anche di aumentare le linee ferroviarie e di migliorare la viabilità stradale.
Fu di aiuto anche nella spedizione dei Mille. Si dedicò poi alla risoluzione del problema dei rapporti tra stato e chiesa.
Morì a Torino nel 1861.




Casa Forte Cotti di Ceres a Neive
Casa Forte Cotti di Ceres a Neive

E’ un raro esempio di casaforte rurale facente parte di un ricetto difensivo.
E’ stata costruita agli inizi del 1200 su un precedente edificio romano, riutilizzando in parte le pietre ed i grandi mattoni riportanti i marchi delle fornaci locali.
Le notizie più antiche tratte dal Rigestum Communis Albe la danno di proprietà dei Cotti una antica famiglia di banchieri astigiani, divenuti poi conti di Ceres e di Scurzolengo.
L’edificio è riconoscibile nella miniatura “De Neveys” dipinta nel “Codex Astensis”.
In questa casa il Vicario Francesco Cotti scrisse il più antico testo piemontese sulla coltivazione della vite e sulla produzione del vino, oggi conservato alla Biblioteca Provinciale di Torino.
Curiosa è la palla di cannone, sparata nella battaglia risorgimentale di San Martino, appesa alla facciata con dedica per grazia ricevuta.





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