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LANGA DELLE VALLI BELBO, BORMIDA E UZZONE

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Da Bergolo a Cortemilia
Da Bergolo a Cortemilia
Sviluppo del tratto Km 5 - Sviluppo complessivo Km 34,6

Dalla piazzetta del paese è necessario seguire la provinciale che scende a Cortemilia per circa 500 metri. Nella prima curva si ritrova a destra l'itinerario segnalato che, passate le case Vola, si porta sulla cresta . Al primo bivio si prosegue a sinistra e , trascurata la ripida sterrata che porta verso il Bricco delle Forche, si scende su inghiaiata fino alla cascina Fontana ( anticamente cascina Vicario). Passati davanti al portone si piega immediatamente a destra e con un lungo traverso, si taglia tutta l'ampia conca per scendere infine verso un caratteristico bricco, contraddistinto da una rada pineta. Pochi metri prima di raggiungere una selletta è necessario imboccare un sentiero poco evidente che si stacca a sistra ( Km. 30,9), immergendosi nel bosco. Questo tratto, molto bello, ha termine in prossimità di una cascina isolata; si sale per pochi metri sulla strada inghiaiata fino ad incontrare, subito dopo la recinzione, una sterrata che scende a destra. Da questo punto l'itinerario escursionistico, pur seguendo l'antica via di collegamento, si fa più impegnativo, in particolare per chi lo percorre in bicicletta o a cavallo: è infatti abbastanza ripido e con tratti dal fondo pietroso. E' possibile raggiungere Cortemilia, più agevolmente, mantendosi sulla strada inghiaiata fino ad una cascina e, da questa, su asfalto, scendere fino alla provinciale. Chi è in possesso di una buona tecnica di discesa può imboccare il ripido sentierino, piegare a sinistra dopo pochi metri e seguire il filo di cresta, ai bordi del bosco, fino al termine del pianoro. Il viottolo entra nel fitto degli alberi e, piegando a sinistra, scende fino ad incontrare un piccolo rittano. Lo si attraversa e si procede in piano costeggiando un bel muretto a secco: in questo tratto posono essere presenti piccoli smottamenti. Passati alcuni terrazzamenti coltivati a vite si affronta una discesa pietrosa e si raggiunge una strada bitumata. La si segue a sinistra fino ad incontrare, dopo circa 30 metri, una sterrata che scende a destra. Questa consente di perdere rapidamente quota verso Cortemilia: ancora a destra, ad un bivio non molto evidente, su un fodo sassoso ( spesso rovinato dallo scorrere delle acque), e con un lungo traverso si raggiungono le case di Cortemilia. Una inghiaiata ed un tratto di asfalto tra i condomini portano alla provinciale abbandonata a Bergolo. La si può attraversare e, infilandosi in una stretta viuzza pedonale, sbucare direttamente nella centralissima Piazza Savona (m. 250 s.l.m. - Km. 34,6 ).



Castino nelle Opere di Beppe Fenoglio
Castino nelle Opere di Beppe Fenoglio
Sentiero del Partigiano Johnny

Lunghezza: Km 13,6

Paese di partigiani, visibile dalle più svariate posizioni e spesso citato come punto di riferimento, Castino è l’ambiente del racconto Gli inizi del partigiano Raoul. Il terribile rastrellamento tedesco che provocò il rogo delle sue 18 case è il perno dell’azione narrativa del Partigiano Johnny. Fa parte di Castino la piccola borgata Pavaglione, sovente frequentata da Fenoglio, la cascina in cui si svolge l’azione principale de La Malora.
Premessa
Per raggiungere la cascina del Pavaglione da Alba si percorre corso Langhe in direzione di Cortemilia - Savona fino alla località Manera di Benevello. Al quadrivio si seguono a sinistra le indicazioni per Mango d'Alba per un chilometro (è possibile parcheggiare l'auto in località Montemarino, dietro la chiesetta, se volete raggiungere il Pavaglione a piedi): si imbocca a destra la strada pianeggiante seguendo l'indicazione per San Bovo, minuscola frazione di Castino. Raggiunta la località Pavaglione si imbocca la stradina che si inoltra tra le case (bacheca): la cascina del Pavaglione è il lungo edificio sulla sinistra, che costeggia la strada. L'itinerario escursionistico denominato "Il Sentiero del Partigiano Johnny" permette di raggiungere San Donato di Mango attraversando i due rittani di S. Elena e dell'Annunziata; è attualmente segnalato con bandelle bianco-rosse e, nel tratto centrale, con indicazioni in legno. Ripercorre idealmente i luoghi della fuga del partigiano Johnny, descritta nell' omonimo romanzo da Beppe Fenoglio, ambientato proprio su queste colline di Langa. In alternativa è possibile seguire il sentiero che percorre la cresta della collina e che unisce la cascina Langa alla frazione di San Bovo di Castino; se si vuole raggiungere Cascina Langa, luogo fenogliano per eccellenza, dal Pavaglione si seguono le tacche rosso-gialle sullo sterrato che sale proprio di fronte all' ingresso; se si vuole raggiungere San Bovo , dopo essere tornati al bivio tra le case, si segue lo sterrato in piano che passa di fronte ad una casetta ristrutturata.
Il Sentiero del Partigiano Johnny
Superato l'ingresso del Pavaglione si percorre la stradina pianeggiante (asfaltata per un breve tratto) che si inoltra nel bosco di radi pini. Dopo poche decine di metri, ginti ad un bivio, si scende a destra nella vegetazione, si costeggia una prima radura e, al suo termine, si scende a destra nel bosco. Superata la successiva radura si scende fino a raggiungere un incrocio nel fitto del castagneto. Seguendo la strada verso sinistra (tacche rosse e gialle) si raggiunge il Pilone del Chiarle; il nostro percorso prosegue invece a destra guadagnando in breve un'ultima radura, ennesimo coltivo abbandonato, sovrastata dalle cascine di Serra dei Pini (a sinistra, color salmone) e Serra, più in basso a desta. Si costeggia la radura verso destra, su sentiero meno evidente, entrando nuovamente nel bosco e percorrendo, in leggera salita, un lungo tratto del versante, caratterizzato da un castagneto ceduo, fino a raggiungere la cascina Baracchi. Pur ridotta ad un rudere, riesce a comunicare molto sulla durezza della vita di un tempo, descritta da Beppe Fenoglio nelle pagine del romanzo "La malora", anch'esso ambientato in questo angolo di Langa. Si costeggiano gli edifici in pietra e, dopo un breve tratto di sentiero dal fondo fangoso, data la presenza di numerose sorgenti, il viottolo torna a farsi più evidente; in breve si raggiunge, in una curva, la strada sterrata che scende dalla frazione San Bovo. La si segue a sinistra, in discesa, tra i vecchi recinti di un allevamento ovino. Al primo bivio si sale a destra ed al successivo (inconfondibile per un palo della linea elettrica) si scende invece a sinistra. Si prosegue per un tratto ricco di curve, mantenendosi sul tracciato più evidente, fino ad uscire dalla vegetazione nei pressi di un grande prato: proprio di fronte si staglia, sul cocuzzolo, la chiesetta di S. Elena. Per raggiungerla si piega a sinistra, abbandonando al bivio la stradina percorsa fino a questo punto, verso le vicinissime case di cascina Cascina: l'ampio cortile è stato attrezzato per un momento di sosta. Lo si attraversa e si piega a destra, seguendo un sentiero poco evidente che scende nel pioppeto. Si procede verso sinistra, in piano, per tornare a scendere, tra la fitta vegetazione, verso il fondo del vallone. Giunti di fronte ad una evidente rocca, con un ultimo tratto più ripido e fangoso (che richiede un minimo di attenzione) si raggiunge il Rio di S. Elena. Superato il modesto guado, si risale l'opposto versante del vallone con il sentiero (in un paio di tratti opportunamente protetti) a picco sul corso d'acqua. In breve si raggiungono i coltivi posti sotto la case Signognia e si guadagna una stradina asfaltata: la si segue a sinistra, per pochi metri, fino al bivio per S. Elena (indicazione); si piega a destra e, sempre su asfalto, si raggiungono le case della frazione. Seguendo la sterrata tra i terrazzamenti vitati, con un ultimo strappo nella vigna si raggiunge la chiesetta, posta sulla sommità della collina,in posizione dominante sulla valle Belbo. Si lascia la chiesetta alle proprie spalle, scendendo dal cocuzzolo e si percorre la stradina che, costeggiando l'ampio vigneto, segue sinuosa la cresta della collina, per salire al culmine della dorsale con un ripido strappo. Si scende al successivo colletto e, abbandonando la cresta, a destra su sterrata, si perde quota fino all'incrocio con una strada inghiaiata. Si piega ancora a destra, scendendo fino alle case Braida e, sempre su inghiaiata, si percorre in leggera discesa un lungo tratto nel bosco. E' necessario imboccare un viottolo sterrato a sinistra, poco evidente, che nel primo tratto pare voler tornare verso la testata della valle. La stradina perde quota lentamente: la si abbandona per un sentiero, a destra, che, con un paio di curve, consente di raggiungere il fondovalle (l' ultimo tratto richiede qualche attenzione, in particolare in caso di terreno scivoloso). Superato il Rio dell'Annunziata (guado) ci si ritrova su di una strada sterrata (che permette di raggiungere l'abitato di Rocchetta Belbo), a pochi metri dalla strapiombante Rocca Croera. Si affronta il versante opposto del vallone con una traccia di sentiero (delimitata da protezioni) che risale il ripido pendio, immergendosi nel fitto della vegetazione, fino a raggiungere l'antico percorso, più marcato, che sale tra i pini, verso destra. Raggiunto un nuovo, spettacolare risalto lo si aggira salendo verso sinistra, con alcuni gradoni che sfruttano gli strati rocciosi e, costeggiandone il margine superiore (protezioni), si supera un deposito di materiali per raggiungere una strada asfaltata. La si segue a sinistra fino ad un bivio, dove si sale a destra sulla stradina panoramica che porta alla cascina Croce. Si supera il cortile e, imboccata una sterrata pianeggiante, la si percorre fino al primo bivio, dove si sale a sinistra sull'ampia sterrata che segue la dorsale della collina. Si costeggia una vigna, con un tratto molto panoramico e si prosegue sulla sterrata che sale lievemente, mantenendosi poco sotto la dorsale (trascurando le stradine che salgono a destra) per percorrere un ampio anfiteatro, splendido nel periodo della fioritura delle numerosissime ginestre. Dopo una curva, si abbandona la strada all'imbocco del cortile di una cascina, recentemente ristrutturata; per scendere a sinistra, su di sentiero che, percorso un filare di una piccola vigna, giunge ad una stradina asfaltata. La si deve seguire verso destra e, superati un paio di panoramici tornanti, si riguadagna la cresta della collina in località Pian, costeggiando le case tra vigneti e noccioleti. Si continua sul filo dell'ampia dorsale, fino alle pendici del Bric di Badin. Si abbandona l'asfalto subito dopo un bivio per affrontare a destra, puntando alla sommità della collina, un ripido sterrato; qui giunti è consigliabile un momento di sosta per ammirare il panorama, sconfinato nelle giornate più limpide (e per riprendere fiato). Per raggiungere la frazione di San Donato è necessario seguire, verso destra, la dorsale pianeggiante, con il sentiero che, dopo aver costeggiato un campo incolto, si addentra in un boschetto di pini e di ginepri. Una sinuosa discesa ed un ultimo tratto pianeggiante consentono di raggiungere la Cappella degli Alpini (m. 645, area di sosta) con il panorama che si apre sulla Bassa Langa e sulle Alpi. Le case di San Donato, frazione di Mango d'Alba, sono a circa 800 metri e si raggiungono scendendo sulla stradina a destra e seguendo poi l'asfalto.





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