VALLE GRANA La Valle Grana ha il proprio territorio racchiuso tra la Valle Stura di Demonte e la Valle Maira. L’asse della Valle è lungo poco meno di venti Km e si assesta lontano dal crinale finale della catena alpina. La Valle Grana, incastonata tra le Alpi Marittime e le Alpi Cozie, è da sempre culla di esperienze e attitudini preziose. Come per i prodotti tipici: il formaggio Castelmagno, la pera Madernassa e le altre produzioni biologiche, il tartufo nero della Valle Grana e le specialità pasticciere. Di forte connotazione è poi la cultura provenzale ed occitana che vede, specie nell’alta valle, un fiorire di associazioni e centri culturali chiamati a salvaguardare il patrimonio di conoscenze e tradizioni. La varietà degli ambienti e del clima creano quindi quelle condizioni particolari che fanno sì che la Valle Grana, per la ricchezza e varietà di specie sia un grande giardino botanico naturale; non per nulla fiori ed erbe pregiate hanno creato quel capolavoro che è il formaggio di Castelmagno. La fioritura che esplode da maggio è un prodigio naturale: decine di rare orchidee hanno saputo conservarsi la loro delicata nicchia ecologica e poi anemoni, crochi saxifraghe, genziane, viole, gigli, fino all’arcaico camedrio alpino, alla stella alpina e a centinaia di altre specie.
Cenni storici:
Quasi certamente i primi abitanti della Valle Grana furono i “Liguri Montani” il cui territorio fu occupato da contingenti degli eserciti imperiali dell’epoca di Ottaviano Augusto. Alla presenza delle truppe regolari in zona è legata la tradizione del martirio di San Magno, militare della legione Tebea, ucciso, seconda una leggenda, nella zona di Chiappi di Castelmagno. Con il disgregamento progressivo dell’impero romano, la valle divenne territorio di scorribande di vandali . Nel X secolo la valle passò sotto il dominio dei Marchesi di Saluzzo e vi rimase fino all’inizio del XIV secolo per poi entrare, verso la fine del medesimo secolo, a far parte dello stato sabaudo. Ad opera del nobile Ludovico II di Saluzzo, la valle ritornò sotto il potere dell’omonimo marchesato. Caraglio e la Valle Grana divennero, in tale periodo, importanti centri di diffusione della dottrina riformista alla quale si opposero energicamente i duchi di Savoia. Nel 1538, con la morte dell’ultimo erede del Marchesato di Saluzzo, il territorio venne annesso alla Francia. Con il trattato di Lione del 1601 i territori appartenenti al Marchesato vengono incorporati al Ducato di Savoia. Alla fine del XVIII secolo la valle, ad opera di Napoleone, torna sotto il dominio francese. Nel 1815 grazie al Congresso di Vienna la valle viene restituita al regno sabaudo, seguendo le vicende storiche fino alla costituzione dello Stato Italiano.
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