Selezionare il comune  Conferma Aree Tematiche
VALLE PO, BRONDA E INFERNOTTO

Attrattive Attrattive
Tutte le attrattive nella zona VALLE PO, BRONDA E INFERNOTTO

Arte e storia nella zona VALLE PO, BRONDA E INFERNOTTO


Il Buco del Viso
Il Buco del Viso

Tra il 1475 e il 1480, sotto il Colle delle Traversette, a 2882 metri di quota, venne realizzata la prima galleria delle Alpi. Mandante dell’opera fu una molto “moderna“ cordata economica tra Marchesato di Saluzzo e Delfinato.
Alla fine del Quattrocento, sotto la guida di Ludovico II, il Marchesato di Saluzzo si apprestava a toccare l’apice del suo splendore. Il piccolo regno esercitava da secoli un ruolo tutt’altro che secondario sul territorio cisalpino occidentale, e così pure sulla scena internazionale. La politica saluzzese aveva alternativamente seguito le linee dei Savoia e dei francesi e la strategica posizione territoriale rendeva il Marchesato particolarmente ambito dai due governi. Preso il potere nel 1475, Ludovico II inviò una richiesta ufficiale al Parlamento di Grenoble per realizzare una galleria che rendesse più agevole il passaggio tra le sue terre e il Delfinato. Poiché la risposta si faceva attendere, nel 1477 il marchese decise di scrivere al re di Francia Luigi XI e a Jean d’Aillon, governatore del Delfinato. All’epoca non era impresa da poco forare le dure rocce della catena del Monviso, ma i vantaggi per entrambe le parti sarebbero stati notevoli. Il commercio del sale in arrivo dalla Provenza era fiorente, e sotto la galleria sarebbero potute passare anche le colonne di muli con le merci più disparate. C’è da supporre che furono i disegni espansionistici a convincere il re di Francia e il parlamento transalpino: con la nuova galleria, infatti, il percorso sarebbe stato più sicuro anche per l’eventuale passaggio degli eserciti. Il punto in cui realizzare l’opera, un po’ a nord del Monviso, fu individuato sotto il Colle delle Traversette, noto allora come “della Traversetta”. La galleria avrebbe accorciato il viaggio di poche centinaia di metri, ma avrebbe consentito di evitare le ultime rampe che, soprattutto sul versante italiano, esponevano il sentiero su paurosi strapiombi. Nel 1478 il progetto fu approvato, e la realizzazione dell’opera affidata agli impresari Baldassare di Alpiasco, oggi Piasco, e Martino di Albano. L’intero costo, calcolato in dodicimila fiorini, era da dividere in eguale misura tra il Delfinato e il Marchesato di Saluzzo. Si concluse un accordo che prevedeva la sistemazione delle strade di avvicinamento sul versante francese a cura del governo transalpino. Si considerò anche che dallo stagno di Berre, vicino Marsiglia, si sarebbero potute produrre 5300 olle l’anno di sale e si stabilì che la parte per il Marchesato avrebbe avuto un prezzo minore. Per evitare speculazioni, si stilarono precise regole che i mercanti dovevano rispettare. A quanto si dice, per scavare la galleria furono impiegati ferro, fuoco, aceto e acqua bollente, ma in soli due anni dall’approvazione del progetto i due versanti delle Alpi erano, per la prima volta nella storia, collegati da un tunnel. I commerci tra i due versanti s’intensificarono portando benefici alle popolazioni locali. Ma dopo le merci vennero gli eserciti, e il “buco” acquisì importanza strategica. Più volte bloccato, fu poi riaperto al transito delle truppe: quando le guerre si placavano riprendeva il passaggio delle merci. Nel secolo scorso ebbe ancora una funzione di rilievo: fu utilizzato dagli emigranti della Valle Po e della vicina pianura che si recavano in Provenza e nel resto della Francia a zappare viti, mietere il grano o a svolgere umili lavori. Nel corso dei secoli il Buco di Viso fu spesso soggetto a periodi di chiusura forzata dovuti alle frane, specialmente sul versante francese. Nel 1803 fu ripulito dai materiali che ne ostruivano il passaggio, ma nel 1820 era di nuovo bloccato. Da allora, le sovvenzioni di enti e l’intervento di personalità e di volontari resero possibili periodiche riaperture. Una delle più note è certamente quella del 1907, molto ben documentata da Valbusa nel bollettino del Cai n. 11 di quell’anno: i festeggiamenti durarono due giorni, furono sparati i mortaretti, intervennero autorità civili e militari e giornalisti dei due versanti delle Alpi, tra cui il corrispondente del Corriere della Sera. Da allora la galleria è stata ripulita a più riprese; gli ultimi interventi sono stati eseguiti nel corso del 1998. Oggi il Buco di Viso è meta di studiosi e di escursionisti che salgono lassù per ammirare l’opera di alta ingegneria che da oltre cinque secoli collega la Valle Po con la francese Valle del Guil. Una vera anticipazione dell’attuale cooperazione europea.




Il Ponte Medioevale in Pietra a Brondello
Il Ponte Medioevale in Pietra a Brondello

Caratteristico il ponte in pietra, di impianto medioevale, posto sul torrente Bronda, che permette l'accesso alla chiesa parrocchiale. Davanti al ponte è collocato un pilone con affresco, raffiugurante Madonna con bambino e, a lato S. Domenico e Ecce Homo, opera di Netu Borgna, pittore di fine ottocento, nativo di Martignana Po.




Incisioni Rupestri a Sanfront
Incisioni Rupestri a Sanfront

Incisioni rupestri sono visibili lungo gran parte del percorso intorno al Monte Bracco. Sono localizzate ad una quota di circa 750-800 m. E, nella maggior parte, a breve distanza dal sentiero percorribile. La loro ubicazione è comunque segnalata per i siti di maggiore importanza. Si presentano quali affossamenti circolari del diametro di 4 cm fino ad 8 cm disposti in raggruppamenti di numero variabile, senza una precisa o ricorrente impaginatura, ma con disposizione a volte simmetrica e a volte sparsa, in molti casi di grandezze diverse.Le incisioni per la loro fattura concava sono denominata coppelle. Si accompagnano sovente, ad altre incisioni che possono essere definite: cruciformi (bracci equidistanti dal centro, di tipo "cristiano", a svastica ed ancora in varianti di dubbio significato); balestriformi e zoomorfe la cui presenza è più rara.Le rocce recanti incisioni sono orientate verso Est. La concentrazione di queste sul territorio si rileva sufficientemente omogea ma con più ricche presenze presso Rocca la Casna, nel territorio di Sanfront. Il versante che guarda il fiume Po rivela maggiormente una scrittura mista completa comprendente le varie tipologie, anche se di forma elementare, estese per un vasto territorio.





Tutte le attrattive nella zona VALLE PO, BRONDA E INFERNOTTO