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VALLE VARAITA

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Il Borgo Medioevale di Costigliole di Saluzzo
Il Borgo Medioevale di Costigliole di Saluzzo

Il Castello Rosso, da vita, con il Castelletto e il Castello Reynaudi all’affascinante borgo medioevale di Costigliole Saluzzo. Sorti tardi, a partire dalla fine del ‘400, sulle rovine di altri preesistenti, questi edifici sono stati in realtà edifici di abitazione senza alcuna funzione difensiva sorti a seguito del definitivo abbattimento delle mura del borgo (1487). Dei tre palazzi il più antico sembra essere il Castello Rosso. Le due torri meridionali con il loro fregio e un affresco dello stile del Maestro d’Elva che si trova all’interno del castello, suggeriscono una datazione tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento. Il Castello Rosso costituiva la vera residenza, il palazzo dei signori, mentre gli altri due castelli potevano essere inquadrati come “baluardi” a presunta difesa del paese. Nell’Ottocento, il Castello Rosso, ha subito notevoli rimaneggiamenti. All’interno del Castello Rosso è presente un ciclo di affreschi raffiguranti la Madonna e Santi.




Gnomoni / orologi solari, ossia le meridiane a Casteldelfino
Gnomoni / orologi solari, ossia le meridiane a Casteldelfino

Gli gnomoni sono gli orologi solari, ossia le meridiane.
La struttura più elementare di una meridiana è costituita da un piano verticale esposto a sud che regge un’asta, cosidetta gnomone, parallela all’asse di rotazione della terra: l’asta intercettando i raggi solari, proietta sul piano, cosidetto quadrante solare, un’ombra variabile al variare delle ore.
Gli gnomoni, alcuni dei quali noti già circa 20 secoli prima dell’era cristiana, furono realizzati, in particolare, sulle facciate di edifici pubblici o religiosi.
Spesso riportavano un motto in latino o francese.




Il Codice della Divina Commedia a Verzuolo
Il Codice della Divina Commedia a Verzuolo

Il primo a scrivere sull'esistenza di questi frammenti di codice dantesco fu, nel 1898, Ferdinando Gabotto che, nell'ambito di un discorso più generale sullo stato dell'istruzione pubblica in Verzuolo, cita: " la presenza nell'Archivio Comunale verzuolese di due frammenti di un codice della Commedia del secolo XIV. Uno di questi frammenti costituisce il foglio di guardia - membranaceo - del volume degli Ordinati del 1603, e comprende quattro pagine, ciascuna su due colonne; l'altro serve da dorsale allo stesso volume. Le iniziali di ogni verso erano originariamente rosse ed azzurre, ma queste ultime, nelle pagine esteriori, sono attualmente diventate verdastre:tutto il codice doveva essere assai elegante, sia per tali iniziali, sia per la nitidezza del carattere e la finezza della membrana. Il primo frammento comprende tutto il tratto del Purgatorio dal verso 38 del capitolo XXIII al v. 9 del c. XXVI; il secondo ha da una parte il tratto dal v. 120 del c. XXVIII al v. 20 del c. XXIX, dall'altra il tratto dal v. 118 di esso c. XXIX al v. 12 del c. XXX". Gabotto testimonia quindi dell'esistenza di due frammenti, uno di quattro pagine, ciascuna su due colonne, ed uno di due pagine, ciascuna su una colonna.
Gli studi filologici fino ad ora compiuti a proposito del codice verzuolese gli attribuiscono una datazione "verso il 1350" (Dante morì nel 1321) ed un "copista dell'Italia nord-orientale che abbia sott'occhio un esemplare dell'Italia media". Non si tratterebbe dunque certamente di un testo esemplato in Piemonte, purtuttavia l'interrogativo del come e perché vi sia giunto propone diverse ipotesi di risposta. Ferdinando Gabotto (..nel 1898) attribuì la presenza dei frammenti a Verzuolo allo studio di Dante compiuto nel Marchesato di Saluzzo nel XV secolo ad opera di Stefano Talice da Ricaldone…(Adriana Muncinelli e Paolo Pezzano sostengono l'ipotesi) di una lettura del manoscritto dantesco in epoca prossima alla sua stesura (fine del '300) per esempio presso qualcuna delle corti o delle famiglie più in vista del Marchesato…
I codici comprendono 12 pagine di frammenti…Lo stato di conservazione generale può considerarsi in complesso discreto, soprattutto se si considera la funzione di "guardia" ai volumi degli Ordinati e dei Conti, alla quale erano stati destinati (…nel 1603 alcuni fogli del codice, vennero usati come "copertina" ai volumi degli Ordinati e dei Conti). La scrittura è una minuscola gotica, che sia il Gabotto sia l'Egidi datano del secolo XIV…L'andamento grafico è abbastanza regolare ed elegante, con lettere nitide e, tenendo conto dello stile, poco angolose. L'inchiostro ha assunto col tempo una colorazione marrone. Le iniziali delle terzine (mm.5-6) sono maiuscole e alternativamente rosse e azzurre, ora queste ultime molto scure…
Attualmente il codice è visibile in copia fotografica (1:1) nel corridoio degli uffici del Municipio di Verzuolo.
Fonti: "I frammenti di Verzuolo", di Adriana Muncinelli e Paolo Pezzano, estratto dal BSSSAA della Prov. Di Cuneo, n° 106 - 1° semestre 1992 . Ft. A.C.V. Verzuolo





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