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VALLE VARAITA

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Natura nella zona VALLE VARAITA


Geosito Minerario di Torrette
Geosito Minerario di Torrette
Casteldelfino

Sulla destra orografica del Varaita, poco più a valle della borgata Torrette di Casteldelfino, proprio nel cuore di una faggeta è localizzata una antica miniera di ferro. Il toponimo “Toumpi de Vetriol” lascia pensare ad una vera e propria fossa, probabilmente nella roccia. Ancora oggi è possibile vedere i luoghi delle escavazioni nella roccia, con prese anche in funzione del tipo di inclinazione della venatura del materiale. Inoltre qua e la nel bosco sono ancora visibili le stazioni di carico delle bestie da basto (muri a secco ben conservati). Il recupero della zona prevede la messa in sicurezza dei vari scavi nella roccia con camminamenti, funi di protezione e staccionate.




Le Vie del Ghiaccio a Casteldelfino
Le Vie del Ghiaccio a Casteldelfino

Casteldelfino è ricca di cascate di ghiaccio. Le più importanti sono le seguenti:
• la “Cascata del Camoscio”
• la “Cascata delle Ginestre”
• la “Cascata di Torrette”
• la “Cascata Chandelle Gastok 90”
• la “Cascata del Bellec”
• la “Cascata del Bondin”
• la “Cascata Scandere 85”
Sono tutte dislocate lungo le pareti fiancheggianti la strada provinciale Valle Varaita nel tratto che va dal ponticello di accesso all’abitato di Torrette sino oltre i tornanti a valle di Castelfelfino.




Il Bosco dell’Alevè
Il Bosco dell’Alevè
Tra i comuni di Sampeyre, di Casteldelfino e di Pontechianale
E-mail: didattica@parcodelpocn.it
Sito web: http://www.parcodelpocn.it

L’Alevè è un’area boschiva che si estende per circa 825 ettari sulle pendici del Monviso, nel territorio dei comuni di Pontechianale, Casteldelfino e Sampeyre, in una fascia che va dai 1.500 ai 2.500 metri s.l.m.. La sua straordinaria importanza è dovuta soprattutto all’imponente estensione: si tratta, infatti, del bosco di pino cembro più esteso delle Alpi. Il cembro è una particolare conifera la cui fioritura avviene nei mesi tra giugno e agosto. In autunno maturano invece i frutti, le pigne strobili che, quando non sono raccolte, diventano cibo per scoiattoli, cinghiali e ghiandaie o gazze nocciolaie. Proprio questo uccello è il maggior artefice della diffusione del cembro grazie alla disseminazione dei pinoli nelle cavità o nel terreno in mucchietti nascosti. Dal 1949 questo bosco è iscritto nel registro dei boschi da seme; i pinoli vengono, infatti, raccolti e poi messi a dimora in vivai e coltivati per ottenere germogli da impiantare in altri boschi, non solo in Italia. Questa specie può avere vita secolare (il cembro più vecchio dell’Alevè, in costa del Cervet, ha più di seicento anni) e raggiungere anche 20 metri di altezza; proprio nell’Alevè non a caso è localizzato il cembro più alto del mondo, cresciuto in posizione isolata a quota 2.950 metri sulla cresta nord delle Lobbie.
Centro Visita del Bosco dell’Alevè: Via Roma (ex Ala Comunale) – Casteldelfino
Visite gratuite con accompagnatori naturalistici a lugio e agosto il sabato pomeriggio e la domenica, a settembre solo domenica - apertura per gruppi su prenotazione - telefono Servizio Didattica +39.0175.46505





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