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VALLE MONGIA, CEVETTA E LANGA CEBANA

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Castelli e fortezze nella zona VALLE MONGIA, CEVETTA E LANGA CEBANA


Il Castello di Battifollo
Il Castello di Battifollo

Il Castello di Battifollo sorge su un'altura che domina le valli del Mongia e del Tanaro: si possono cogliere i resti di quella che fu una massiccia fortezza, che diede appunto il nome al paese. Una torre quadrata e altissima, nonostante rechi i segni dello smantellamento, sovrasta tutta una selva di ruderi, dalle mura di cinta alle arcate, dagli elementi perimetrici delle stanze ai sotterranei. Il Castello che già sorgeva nel secolo XIII, citato in un diploma del marchese Ottone, fu feudo degli Aleramici di Ceva, Nucetto e Battifollo, e venne distrutto dalle truppe del generale Sèrurier nel 1796. La parrocchiale di S. Giorgio venne costruita nel 1872, molto probabilmente sui resti di un'antica chiesa, in quanto il campanile risale al XII secolo ed è considerato monumento nazionale. Nel suo interno si conserva una statua lignea della Madonna. Anche la chiesa di S. Giovanni, che possiede un architrave con iscrizione, è riconosciuta come patrimonio nazionale. Notevoli sono le cappelle della Madonna della Neve e di S. Anna.




Il Castello di Castellino Tanaro
Il Castello di Castellino Tanaro

A Castellino Tanaro, che conserva nella denominazione il richiamo al fiume che scorre nelle sue vicinanze, sorse, a difesa del luogo durante le scorrerie saracene, un castello. Tra i vari proprietari troviamo i Marchesi di Ceva; nel 1573 passò ai Cattanei, quindi ai Vivaldi e, nel 1665, ai Pallavicino di Ceva. Dell'antico castello resta una magnifica torre, alta 52 metri con trenta metri di circonferenza, che domina le zone circostanti e faceva parte del sistema difensivo del Marchesato, comunicando con le torri di altri borghi. Colpì anche il Carducci che ne parla nella poesia, " La bicocca di S. Giacomo ". La torre resta a testimonianza del passato sovente sconvolto da guerre e distruzioni.
"Sentinella nei secoli … sfidando vibra … l'esile torre …"
Cantata da Giosuè Carducci nella poesia "La bicocca di San Giacomo", la torre di Castellino, rappresenta un imponente e maestoso esempio di fortificazione nelle Langhe.
Costruita, in stile gotico, con massicci blocchi di pietra di Langa (arenaria) disposti con tecnica costruttiva d'elevato livello, alta circa 32 metri, con una circonferenza di quasi 30, domina un vastissimo territorio.
Dal libro " Storia, arte e castelli del cuneese" di Anita Piovano - Ed Gribaudo.




Il Castello di Castelnuovo di Ceva
Il Castello di Castelnuovo di Ceva

Al castello di Castelnuovo di Ceva era affidato il compito di sorvegliare dall'alto la strada che dal Marchesato di Ceva scendeva a Savona. Doveva inoltre tenere i contatti con le altre fortificazioni della zona, compito comune affidato alle torri dei vari castelli che si trasmettevano l'una all'altra le segnalazioni. Nel Marchesato di Ceva è possibile ancora oggi vedere come si fosse creato un interessante sistema di torri con scopi di avvistamento e difensivi, confermato dai ruderi rimasti. E' questo il caso anche di Castelnuovo: una bella torre in pietra alta 25 metri (su cui è possibile salire e godersi l’arco alpino con il Monviso in bella vista a Nord e il Mar Ligure a Sud) è ciò che resta, insieme ad alcuni ruderi, di un antico castello sorto intorno al secolo XI e distrutto da un incendio all'inizio del secolo XIX. Fu sotto l'influenza di Ceva e vi restò fino al 1295; poi il Nano di Ceva lo cedette al comune di Asti che vi infeudò alcuni signori locali. Questi vennero privati del feudo da Ludovico d'Orléans (1495) che lo affidò ad Ettore Montajnard. Venduto, nel 1503, a Francesco della Rovere, ne entrarono in possesso, in epoche diverse, i Robba, i Del Carretto, gli Incisa, ma abbandonato, decadde sempre più, fino all'incendio dell'inizio del secolo XIX.
Dal libro " Storia, arte e castelli del cuneese" di Anita Piovano - Ed Gribaudo.





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