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VALLE MONGIA, CEVETTA E LANGA CEBANA

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Natura nella zona VALLE MONGIA, CEVETTA E LANGA CEBANA


Alboreto Prandi a Sale San Giovanni
Alboreto Prandi a Sale San Giovanni

L'arboreto, denominato "Cascina Prandi", di notevole interesse naturalistico è situato in località Schioda Il complesso, di circa 12 Ha, su cui insistono piante arboree ed erbacee di notevole interesse botanico - paesaggistico -ambientale è di proprietà della famiglia Prandi-Garrone. L'esistenza di questo particolare arboreto è opera del signor Carlo Domenico Prandi, ferroviere, con una spiccata passione per la botanica che applicò nel podere di famiglia dai primi anni del 1900, introducendo pratiche agrarie d'avanguardia come la serra riscaldata nella quale acclimatava e riproduceva le varie piante di origine esotica proveniente dai vari paesi, e soprattutto la fertirrigazione utilizzata per arricchire il terreno povero e argilloso caratteristico della zona. Diede inizio anche ad un piccolo commercio di fiori recisi e di piantini di specie "rare" con la collaborazione della moglie. Le notevoli cure e la grande dedizione hanno permesso alle piante di ambientarsi e di essere oggi esemplari di pregio e notevole importanza creando così un'area molto interessante e particolare in un contesto ambientale marginale. Già negli anni '40-'50 era una curiosa meta di passeggiate e gite delle scuole locali anche per la disponibilità dimostrata dal signor Prandi nel parlare delle sue "scoperte botaniche", affermando, lui stesso, che così facendo si sarebbe parlato di lui anche dopo la sua morte. Dopo la sua scomparsa, avvenuta nel 1961, la casa e l'area furono abbandonate e più nulla fu modificato. L'interesse nato dalla collaborazione della Comunità Montana Alta Val Tanaro Mongia Cevetta con il Comune di Sale S. Giovanni e la disponibilità dei proprietari hanno permesso l'avvio di un progetto di recupero rendendo l'area fruibile a scopi didattico-naturalistici.




Il Ponte Naturale di Mombasiglio
Il Ponte Naturale di Mombasiglio

Si tratta di una suggestiva galleria naturale (ël pertüdz 'd Mundza = il buco di Mongia) scavata con notevole precisione dall'acqua del torrente Mongia, lunga una quindicina di metri, larga circa dieci, alta da tre a cinque metri; lo spessore dell'arco è di 5/6 metri. Il Mongia è soprapassato dal ponte della strada che collega la provinciale Mongia alla frazione Masentine. Il ponte naturale in oggetto, è il risultato dell'erosione che il torrente ha esercitato, verosimilmente nell'arco di circa un milione di anni, all'interno di un banco di conglomerato oligocenico particolarmente compatto e tenace, che ha portato al salto del meandro ancora visibile in sponda destra. La sua genesi e le sue caratteristiche litologiche e strutturali (da cui l'impressionante somiglianza ad un opera di ingegneria umana in calcestruzzo) ne fanno un fenomeno geologico assai raro anche a livello europeo. Si tratta di una forma di erosione fluviale intagliata entro i conglomerati oligocenici della Formazione di Molare, appartenenti al Complesso del bacino continentale di Bagnasco, i cui termini giacciono discordanti ed in copertura sulle unità di calcescisti del Dominio Piemontese. I contrasti di competenza caratteristici dei corpi litologici interni alla formazioni di Molare favoriscono un grado erosione differenziale. Il corso d'acqua localmente ha profondamente intagliato la parte inferiore della successione stratigrafica, preservandone la parte superiore a maggiore competenza. Forme simili sono alquanto rare nella nostra regione, il caso di Mombasiglio appare unico per bellezza e grado di conservazione.




Riserva Naturale Speciale delle Sorgenti del Belbo
Riserva Naturale Speciale delle Sorgenti del Belbo
E-mail: parcopesio@ruparpiemonte.it
Sito web: http://www.parks.it/parchi.cuneesi

Il corso iniziale del fiume Belbo prende avvio su un piccolo altipiano dell’Alta Langa, tra i paesi di Montezemolo, Camerana e Saliceto, a pochi chilometri da Ceva. L’area protetta possiede la particolarità, unica per questa zona, di essere un’area umida in cui il ristagno dell’acqua è favorito da abbondanti precipitazioni e dalla scarsa permeabilità del terreno, dovuta ad accumuli argillosi. In zona si possono ammirare importanti fioriture, ma è l’intera Riserva Speciale a presentare un patrimonio floristico di notevole interesse scientifico. Vi coesistono infatti specie montane, come il giglio martagone, il fiore di stecco, il mirtillo o la calta palustre e specie del sottobosco, quali anemoni e mughetti. Sei, le varietà di orchidee, che fioriscono per un breve periodo nel mese di maggio. Sono numerose le specie animali, tra le quali si trovano caprioli, cinghiali, volpi, tassi, faine, donnole, fagiani e starne. L’alto corso del torrente ospita macroinvertebrati, gamberi di fiume, sanguinerola, cavedano e vairone. La Riserva Naturale può essere vissuta anche come un “parco letterario”, dal momento che i suoi paesaggi hanno fornito l’ispirazione a Cesare Pavese per alcune delle sue opere di maggiore successo.
Superficie: 422 ettari
Altitudine: 645 - 751 metri
Anno di istituzione: 1993
Ambiente: collina
Per informazioni: Ufficio Riserva - Comune di Montezemolo (CN) - tel. +39.0174.781306





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